Come indica chiaramente l’intestazione di questo blog, qui troverete ogni tanto e in modo saltuario anche “opinioni personali non richieste”. Eccovene un’altra.
E’ notizia di questi minuti che a Milano la polizia sta procedendo allo sgombero di Macao. Per chi non lo sapesse non stiamo parlando dell’omonimo programma di Boncompagni di vent’anni fa con la Parietti e una schiera di ragazzetti che cantavano meravigliose/orripilanti canzonette.
No, Macao è un acronimo di "Milano Arte Cultura Adesso Ora". In pratica questo grattacielo, sfitto da oltre dieci anni è stato nottetempo occupato da un “collettivo”, la corrente elettrica riallacciata abusivamente e, grazie al tam tam della rete si è iniziata una “ricca programmazione artistica”.
L’operazione è stato subito benedetta da famosi “vip”, Dario Fo in primis, e poi tutta la schiera di artisti impegnati, fino a finire con Daria Bignardi.
E’ giusto tutto ciò? E’ giusto occupare in nome della cultura?
Non conosco la realtà di Macao ma posso raccontarvi quello che succede a Pisa.
Un mese fa, sono stato appunto ospite a Pisa della Rassegna Sceneforum, organizzata dai ragazzi dell’Università del collettivo Blanks. In pratica, nell’androne della facoltà di lettere, gli studenti hanno creato, con una quinta improvvisata, un piccolo palcoscenico e hanno dato la possibilità a me, così a come altre realtà di tutta Italia, di esibirsi davanti ad un pubblico numeroso, che ha seguito il mio monologo (una folle avventura spazial/sociologica) e gli altri attori (con me c’era Melania Fiore e il suo “Tutto il mio amore”) con attenzione e partecipazione. Sconcertante poi l’onestà degli organizzatori che ci hanno rimborsato – cash – le spese del viaggio e ci hanno ospitato a casa loro per la notte.
Sceneforum continua la sua programmazione e va avanti e ha proposto in queste settimane nuovi spettacoli (tutti ad ingresso gratuito con “offerta libera” finale, che viene interamente divisa tra gli artisti, l’organizzazione non si prende una lira!).
Il loro sogno è però occupare un teatro, abbandonato da anni, che si trova proprio davanti all’università e credo, da quello che leggo via facebook, che in questi giorni siano passati dalle parole ai fatti.
Non troverete un rigo di tutto ciò che questi ragazzi stanno facendo sui giornali e non ci saranno mai VIP che andranno da loro tra una pubblicità e un film, tra una marchetta da Fazio e una fiction in prima serata.
E’ notizia di questi minuti che a Milano la polizia sta procedendo allo sgombero di Macao. Per chi non lo sapesse non stiamo parlando dell’omonimo programma di Boncompagni di vent’anni fa con la Parietti e una schiera di ragazzetti che cantavano meravigliose/orripilanti canzonette.
No, Macao è un acronimo di "Milano Arte Cultura Adesso Ora". In pratica questo grattacielo, sfitto da oltre dieci anni è stato nottetempo occupato da un “collettivo”, la corrente elettrica riallacciata abusivamente e, grazie al tam tam della rete si è iniziata una “ricca programmazione artistica”.
L’operazione è stato subito benedetta da famosi “vip”, Dario Fo in primis, e poi tutta la schiera di artisti impegnati, fino a finire con Daria Bignardi.
E’ giusto tutto ciò? E’ giusto occupare in nome della cultura?
Non conosco la realtà di Macao ma posso raccontarvi quello che succede a Pisa.
Un mese fa, sono stato appunto ospite a Pisa della Rassegna Sceneforum, organizzata dai ragazzi dell’Università del collettivo Blanks. In pratica, nell’androne della facoltà di lettere, gli studenti hanno creato, con una quinta improvvisata, un piccolo palcoscenico e hanno dato la possibilità a me, così a come altre realtà di tutta Italia, di esibirsi davanti ad un pubblico numeroso, che ha seguito il mio monologo (una folle avventura spazial/sociologica) e gli altri attori (con me c’era Melania Fiore e il suo “Tutto il mio amore”) con attenzione e partecipazione. Sconcertante poi l’onestà degli organizzatori che ci hanno rimborsato – cash – le spese del viaggio e ci hanno ospitato a casa loro per la notte.
Sceneforum continua la sua programmazione e va avanti e ha proposto in queste settimane nuovi spettacoli (tutti ad ingresso gratuito con “offerta libera” finale, che viene interamente divisa tra gli artisti, l’organizzazione non si prende una lira!).
Il loro sogno è però occupare un teatro, abbandonato da anni, che si trova proprio davanti all’università e credo, da quello che leggo via facebook, che in questi giorni siano passati dalle parole ai fatti.
Non troverete un rigo di tutto ciò che questi ragazzi stanno facendo sui giornali e non ci saranno mai VIP che andranno da loro tra una pubblicità e un film, tra una marchetta da Fazio e una fiction in prima serata.
ED E’ GIUSTO COSI’.
Non vorrei mai vedere queste persone, questa “casta” che ha occupato completamente gli spazi culturali italiani andare a dare la loro approvazione di facciata a queste iniziative che rischiano poi di finire come il Teatro Valle e come sarebbe finito anche Macao: l’ennesima vetrina per artisti che ci tengono a far vedere il loro essere “alternativi” (ma sono semplicemente dei patetici radical-chic) a discapito degli artisti veri, di chi fa la fame, di chi si trova a combattere con teatri diretti da affittacamere / cravattari senza scrupoli e con produzioni cine-televisive inavvicinabili.
Senza contare che poi il tutto si trasformerebbe in uno squallido business e i centri culturali in normalissime discoteche/locali che organizzano serate, smerciano drink ma però non pagano né affitto né tasse (e tutto il resto).
Non vorrei mai vedere queste persone, questa “casta” che ha occupato completamente gli spazi culturali italiani andare a dare la loro approvazione di facciata a queste iniziative che rischiano poi di finire come il Teatro Valle e come sarebbe finito anche Macao: l’ennesima vetrina per artisti che ci tengono a far vedere il loro essere “alternativi” (ma sono semplicemente dei patetici radical-chic) a discapito degli artisti veri, di chi fa la fame, di chi si trova a combattere con teatri diretti da affittacamere / cravattari senza scrupoli e con produzioni cine-televisive inavvicinabili.
Senza contare che poi il tutto si trasformerebbe in uno squallido business e i centri culturali in normalissime discoteche/locali che organizzano serate, smerciano drink ma però non pagano né affitto né tasse (e tutto il resto).
L'Italia ha bisogno di spazi culturali veri e un'autogestione autentica, di facile accesso, senza finire nelle logiche clientelari di Comuni ed Enti e sono certo che dietro i ragazzi di Macao c'era anche una "buona fede" ma ho paura che c'era chi avrebbe speculato su di loro.
Quindi lunga vita alle operazioni “vere” e “autentiche”! Continuate così, ragazzi di Pisa, e se dovesse capitare un VIP dalle vostre parti, cacciatelo a calci nel sedere e non fatevi strumentalizzare da chi campa sulla vostra passione.
Quindi lunga vita alle operazioni “vere” e “autentiche”! Continuate così, ragazzi di Pisa, e se dovesse capitare un VIP dalle vostre parti, cacciatelo a calci nel sedere e non fatevi strumentalizzare da chi campa sulla vostra passione.
Nessun commento:
Posta un commento