martedì 15 maggio 2012

Occupare in nome della Cultura?

Come indica chiaramente l’intestazione di questo blog, qui troverete ogni tanto e in modo saltuario anche “opinioni personali non richieste”. Eccovene un’altra.
E’ notizia di questi minuti che a Milano la polizia sta procedendo allo sgombero di Macao. Per chi non lo sapesse non stiamo parlando dell’omonimo programma di Boncompagni di vent’anni fa con la Parietti e una schiera di ragazzetti che cantavano meravigliose/orripilanti canzonette.
No, Macao è un acronimo di "Milano Arte Cultura Adesso Ora". In pratica questo grattacielo, sfitto da oltre dieci anni è stato nottetempo occupato da un “collettivo”, la corrente elettrica riallacciata abusivamente e, grazie al tam tam della rete si è iniziata una “ricca programmazione artistica”.
L’operazione è stato subito benedetta da famosi “vip”, Dario Fo in primis, e poi tutta la schiera di artisti impegnati, fino a finire con Daria Bignardi.
E’ giusto tutto ciò? E’ giusto occupare in nome della cultura?
Non conosco la realtà di Macao ma posso raccontarvi quello che succede a Pisa.
Un mese fa, sono stato  appunto ospite a Pisa della Rassegna Sceneforum, organizzata dai ragazzi dell’Università del collettivo Blanks. In pratica, nell’androne della facoltà di lettere, gli studenti hanno creato, con una quinta improvvisata, un piccolo palcoscenico e hanno dato la possibilità a me, così a come altre realtà di tutta Italia, di esibirsi davanti ad un pubblico numeroso, che ha seguito il mio monologo (una folle avventura spazial/sociologica) e gli altri attori (con me c’era Melania Fiore e il suo “Tutto il mio amore”) con attenzione e partecipazione. Sconcertante poi l’onestà degli organizzatori che ci hanno rimborsato – cash – le spese del viaggio e ci hanno ospitato a casa loro per la notte.
Sceneforum continua la sua programmazione e va avanti e ha proposto in queste settimane nuovi spettacoli (tutti ad ingresso gratuito con “offerta libera” finale, che viene interamente divisa tra gli artisti, l’organizzazione non si prende una lira!).
Il loro sogno è però occupare un teatro, abbandonato da anni, che si trova proprio davanti all’università e credo, da quello che leggo via facebook, che in questi giorni siano passati dalle parole ai fatti.
Non troverete un rigo di tutto ciò che questi ragazzi stanno facendo sui giornali e non ci saranno mai VIP che andranno da loro tra una pubblicità e un film, tra una marchetta da Fazio e una fiction in prima serata.  
ED E’ GIUSTO COSI’.
Non vorrei mai vedere queste persone, questa “casta” che ha occupato completamente gli spazi culturali italiani andare a dare la loro approvazione di facciata a queste iniziative che rischiano poi di finire come il Teatro Valle e come sarebbe finito anche Macao: l’ennesima vetrina per artisti che ci tengono a far vedere il loro essere “alternativi” (ma sono semplicemente dei patetici radical-chic) a discapito degli artisti veri, di chi fa la fame, di chi si trova a combattere con teatri diretti da affittacamere / cravattari senza scrupoli e con produzioni cine-televisive inavvicinabili.
Senza contare che poi il tutto si trasformerebbe in uno squallido business e i centri culturali in normalissime discoteche/locali che organizzano serate, smerciano drink ma però non pagano né affitto né tasse (e tutto il resto).
L'Italia ha bisogno di spazi culturali veri e un'autogestione autentica, di facile accesso, senza finire nelle logiche clientelari di Comuni ed Enti e sono certo che dietro i ragazzi di Macao c'era anche una "buona fede" ma ho paura che c'era chi avrebbe speculato su di loro.
Quindi lunga vita alle operazioni “vere” e “autentiche”! Continuate così, ragazzi di Pisa, e se dovesse capitare un VIP dalle vostre parti, cacciatelo a calci nel sedere e non fatevi strumentalizzare da chi campa sulla vostra passione.

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