Ritorna la rubrica che porta a galla tutto quanto di “poco bello” si nasconde nel nostro settore, lo spettacolo, un mondo pulito e trasparente, dove la meritocrazia è all’ordine del giorno, dove gli unicorni vanno al pascolo in un bosco di caramelle e gli autobus non arrivano mai in ritardo.
Oggi parliamo di corsi di teatro/recitazione. Se siete minimamente interessati al “settore spettacolo” (e dovreste esserlo se state leggendo queste pagine) avrete sicuramente notato che negli ultimi tempi i “corsi di recitazione“ sono spuntanti come funghi: workshop, giornate di approfondimento, laboratori e chi ne ha più ne metta.
Come sono organizzati? Chi sono gli insegnanti? Cosa si insegna? E soprattutto… servono a qualcosa?
Partiamo dall’ultima domanda. Molti mi scrivono dicendo: “io sono bella, recito nella vita di tutti i giorni (sic!) posso fare qualcosa nel cinema anche se avere studiato?”.
Purtroppo sì. Nel mondo reale non avrete l’opportunità di fare un’operazione a cuore aperto senza una regolare laurea in medicina ma potete senz’altro essere protagonisti di un film senza conoscere chi fosse Stanislasky. E ci sono anche meritevoli eccezioni. Ma in fin dei conti un regolare corso di studi in recitazione è essenziale se volete intraprendere questa professione.
Purtroppo, al di là dell’Accademia di Arte Drammatica e il Centro Sperimentale, le uniche scuole riconosciute a livello statale, tutte le altre sono, in pratica, equiparabili a dei corsi di cucina o di ikebana. Ovvero è quello che imparerete che vi servirà… non il pezzo di carta che riceverete alla fine.
Quindi prestate la massima attenzione ai corsi che vi propongono. Guardate e controllate. magari su Google, chi sono gli insegnanti proposti. Proposte troppo brevi (non parliamo degli workshop che sono un’altra cosa) del genere “corso di recitazione in due settimane” sono opinabili. Così come quelli dal costo eccessivo (migliaia di euro per poche lezioni).
A volte, la miglior esperienza può nascere da un laboratorio, che, molto modestamente, possa pian piano darvi i primi rudimenti di questa “professione”.
Certe “famose agenzie di casting” (su cui prima o poi dovrò scrivere un capitolo) che vi pongono book + corso di portamento in un weekend da 3.500 euri (succede) sono da evitare come la peste.
Se avete dubbi, non esitate a chiedere anche a me un consiglio.
Su l’organizzazione di tali corsi poi ci sarebbe da scrivere un capitolo a parte.
In pratica possono essercene di due tipi: o privati che disponendo di un luogo (un teatro vuoto, una palestra, un sottoscala…) dove fare le lezioni, mettono in piedi il fantomatico corso.; oppure corsi con patrocini e/o sovvenzioni comunali dove, dato che siamo in Italia, a volte il vizietto della raccomandazione prende il sopravvento: una mia cara amica, attrice ed insegnante di lungo corso, dopo essere stata praticamente assoldata da una scuola teatrale operante ai castelli romani, con tanto di consegna orario delle lezioni, è stata soppiantata all’ultimo minuto con tante scuse dall’organizzazione, che “è stata costretta” a mettere al suo posto una “ragazza che faceva teatro nelle scuole” per evitare “contrasti” col Comune.
Io stesso, molti anni fa, partecipai nelle Marche ad un corso di recitazione, sempre in parte finanziato dal Comune. Appena questi finirono di pagare l’ultima tranche all’organizzazione, l’insegnante sparì e il corso andò in vacca.
Insomma, la mia raccomandazione è sempre la stessa: un corso teatrale può e deve essere un’esperienza formativa importante… ma fate attenzione.
In questo settore ci sono avvoltoi, avvoltoi dappertutto e prendere una fregatura è più facile che trovare una frase di Oscar Wilde in un Bacio Perugina.
Se avete avuto esperienze spiacevoli, non esitate a scrivermi.