domenica 15 luglio 2012

Nuovi Monologhi per Provini - IN NOME DELLA LEGGE


Pietro Germi è sicuramente il più sottovalutato e dimenticato regista italiano, capace di giocare coi "generi" e costruire film prima di tutto avvincenti. "In nome delle legge" è il primo film italiano sulla mafia, un protowestern con il magistrato che arriva al paese con un treno come fosse un solitario sceriffo e i mafiosi che appaiono dall'alto delle montagne come minacciosi indiani. 
Questo è il monologo finale, pronunciato dal magistrato (Massimo Girotti) che aveva pensato di fuggire dal paese senza giustizia ma che, alla morte di un giovane del posto suo amico, torna sui suoi passi e affronta la folla omertosa.

Ora che siete tutti qui, vi dico che questo è un processo. 
Mezz’ora fa, colpito da una scarica di doppietta, è stato trovato il corpo di Paolino. Aveva diciassette anni, e non aveva fatto male a nessuno. 
Ebbene, Paolino l’avete ammazzato voi che, invece di aiutarmi a svolgere il mio compito, mi avete considerato un nemico della vostra pigrizia! L’avete ammazzato voi, che avete creato mille ostacoli al mio lavoro, voi che mi avete osteggiato come e quando avete potuto, che mi avete disprezzato e ignorato, denunciandomi come un perturbatore della vostra comoda quiete. Voi tutti, uomini e donne, che vi siete lasciati avvilire dalla paura anche quando si trattava di scoprire e punire gli assassini dei vostri figli, che avete tentato di sopraffare la legge persino quando difendeva i vostri interessi. Avete ammazzato Paolino perché mi avete tutti impedito di amministrare giustizia e di imporre il rispetto della legge. 
Certo, solo uno di voi ha materialmente sparato al ragazzo. Uno che, forse, mi sta ascoltando, e che non riuscirò a giudicare e a punire perché protetto dalla vostra paura. Voi, uomini della mafia. E tu, Massaro Passalacqua, tu, che a tuo modo, sei un saggio e un giusto, anche tu hai preferito la tua legge sanguinaria e feroce, che condanna chi ti fa sgarbo e protegge chi esegue le tue condanne, alla legge, alla sola legge che ci permette di vivere vicini senza scannarci come bestie feroci. 
Ora ho finito. Per la prima volta da quando sono qui, ci siamo guardati in faccia. 
Io so benissimo, ormai, cosa posso aspettarmi da voi, e voi sapete, adesso, cosa dovete aspettarvi da me, perché io rimarrò qui, rimarrò qui in questo paese finché sarà necessario, e farò il mio dovere fino in fondo, con voi o da solo, fino a quando il colpo di una qualsiasi doppietta non mi manderà a tenere compagnia a Paolino.


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